Perception at play – P/E 26

    Vedere è già creare. Ogni sguardo costruisce un’opera, ogni giudizio visivo modella la realtà percepita. Sul tavolo luminoso, i prodotti tessili diventano un esercizio di percezione: forme che emergono, si nascondono, si svelano. I confini si fanno incerti, i colori si esaltano, le forme si fondono. Come nella legge della continuità di direzione, il filo sembra proseguire oltre la superficie, attraversando il visibile e spingendosi verso ciò che è nascosto.

    La collezione P/E 26 non è solo un’esplorazione estetica, ma un’indagine sul “come vediamo”. Un richiamo alla complessità dell’atto percettivo: tra percezione diretta e ipotesi inconsce, la passamaneria si offre come lente, come filtro, come spazio per infinite possibilità interpretative.

    Un tavolo luminoso diventa laboratorio. Le mani che posano i tessuti, che li spostano, che creano combinazioni e disegni, evocano la manualità che dialoga con l’intuizione ottica. Una continuità tra il gesto umano e la macchina che illumina, tra la lentezza della tradizione e la rapidità della visione.

    Non oggetti, ma processi. Non materiali, ma possibilità. Un invito a vedere ciò che si cela tra le trame della luce. Perché ciò che vediamo non è mai solo ciò che appare, ma ciò che sappiamo osservare. Un’arte del guardare, dell’immaginare, del costruire con lo sguardo.

    “Il tutto è più della somma delle sue parti”. Non oggetti fissi, ma configurazioni fluide, pronte a ridefinirsi a ogni sguardo: così accade davanti a queste composizioni di materia tessile e luce. Reti, frange e bordi colpite da fasci luminosi, non sono solo materia, ma un’illusione ottica, una trama in cui figura e sfondo si rincorrono. Ombre e contorni giocano, creando geometrie che evocano la leggerezza di un mondo sospeso tra reale e fenomenico.

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